Ecco perchè non si dovrebbe mai chiedere “Come stai?”

13.40 circa. Forse ce la faccio a sedermi a mangiare qualcosa.

Driiiin!

Ti alzi di scatto, quasi rovesci il piatto, figlio n. 3 potrebbe svegliarsi.

Io- Pronto?

Mamma- Ciao, ti ho fatta correre?

Io- No, mamma.

Mamma- Dorme (figlio n.3)?

Io- Sì, da poco.

Mamma- Tutto bene?

Io- Sì, mamma.

Mamma- Ah, bene. Tu invece, come stai? Ti ho vista un po’ smagrita l’altra volta. Sei troppo presa…

Nella nostra famiglia “Come stai” è una di quelle domande che vengono aggirate di continuo: chiedere come stai è troppo pericoloso, prima o poi qualcuno potrebbe risponderti. Così, semplicemente, noi non ce lo chiediamo, per riservatezza, per pudore, senza cattiveria, quando lo facciamo è perchè davvero siamo pronti ad ascoltare una risposta, anche quella che non vorremmo.

Io (stupore)- Anche tu sei una scopa che cammina mamma, ma vabbè, sì ho un po’da fare…

Mamma- Forse dovresti lasciar perdere qualcosa: già non è facile lavorare con tre figli…

Io (ah, ecco)- No, mamma non smetto di scrivere il blog: è l’unica cosa mia. Non smetto di…

Mamma- Ah scusa è arrivata la Gabry, ciao!

(tututututu)

Che sollievo. Per un attimo ho creduto di dover rispondere.

ZUPPA DI FARRO ALL’ANTICA

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All’antica perchè gli ingredienti sono quelli più conosciuti da questa parte di mondo, niente pomodoro, niente peperoncino, solo farro, fagioli dall’occhio, aglio e maggiorana. Il sapore di questi fagioli risulta più forte rispetto ai comuni borlotti o cannellini.

La ricetta non prevede aggiunta di altri ingredienti, ma per i più carnivori si può pensare a un’aggiunta di guanciale passato in padella a o funghi porcini ripassati con un filo d’olio extravergine, per chi volesse una nota ancor più selvatica.

Ingredienti (dosi per 4 persone)

200 g farro- 2 tazze di fagioli dall’occhio o poco più- 2 spicchi d’aglio- maggiorana- olio extravergine d’oliva- sale – pepe.

Preparazione

Mettete i fagioli in ammollo per tutta la notte, poi lessateli in abbondante acqua.

Fate soffriggere l’aglio tritato o intero a seconda del gusto, aggiungete i fagioli, pepe e maggiorana e fate bollire per circa 30 minuti. Aggiungete il farro, dopo averlo accuratamente controllatao e lavato, e portate a cottura. Prima di spegnere regolate di sale. Se preferite una consistenza più cremosa, frullatene qualche mestolo col frullatore a immersione. Portate in tavola e guarnite con una C di olio extravergine a freddo.

{ … }

La zuppa è il piatto perfetto: richiede pochi accorgimenti e poche cure e il giorno dopo rimane una garanzia per chi ha poco tempo.

Preparata in abbondanza, può essere messa nel congelatore e riutilizzata all’occorrenza: basterà cuocerla meno del previsto e allungare con dell’acqua per portare a cottura.

13 thoughts on “Ecco perchè non si dovrebbe mai chiedere “Come stai?”

  1. Ti mando un abbraccio e un come stai di quelli ostinati che vogliono proprio sentire la risposta. E poi mi viene da dire che per certe cose non è il tempo ciò che conta, ci si trova e stop.^^
    Abbraccio due e passo e chiudo

  2. sorrido che immagino benissimo la scena con anche i toni delle voci 🙂

    e canto

    ..rivolto nel letto:silenzio, che dorme! shh..
    “E come stai?”
    mi chiedo dandomi del tu
    “come a primavera sugli alberi le foglie”

    ..domani se vuoi ti porto a vedere il cielo anche se è nuvolo.. 🙂

  3. Un classico!a me basta dire che sono unpo’ giù e la colpa se la becca il blog 🙂 ti mandò un bacio e non ti chiedo come stai perché una che mangia bene come te, come vuoi che stia?

  4. Mio marito farebbe i salti mortali per una zuppa così: io non amo molto i fagioli per cui raramente lo accontento! Però, con questa bella foto, mi hai fatto venire voglia di accontentarlo!

  5. ti abbraccio fortissimo. Abbi la forza di rispondere, un giorno se sarà necessario con un deciso e sonoro NO mamma, anche se lo dici per il mio bene…solo tu sai qual’è il tuo bene e il tuo blog sicuramente è al primo posto nella lista di ciò che ti fa star bene anche se si fa tardi, si dorme poco, si va a letto stanchi morti. Si produce, si condivide e ci si sente vivi.

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