Piccolamela alla sua mamma

(Di mia madre ho molti ricordi, ma questo preme su tutti. Questo e quello di lei che scandisce ogni lettera del mio nome per esteso: il nome detto nella sua completezza significava solo una cosa, scappare! Il più lontano possibile, cercando di stare lontana dagli angoli…)

Avevo almeno 6 anni. Lo so perchè questo ricordo lo associo alla casa dove ho vissuto dai sei anni in poi.

Estate significava pastamatic e il taglio dei maccheroni: mia madre ci metteva l’impasto, mia sorella ed io la nostra abilità nel taglio. Passavamo mattinate intere così. Poi c’era l’asciugatura e l’attesa fino al pranzo.

In suo onore, seppur con un giorno di ritardo, pasta trafilata al bronzo. Ovviamente maccheroni!

Immagine

PASTA BIANCA

Impasto : g 400 farina di grano duro- acqua tiepida salata (circa il 40%, altrimenti l’umidità può creare problemi nell’utilizzo della trafila).

Preparazione: Formate una fontana e lavorate la farina poco alla volta: non è necessario formare una palla, sarà sufficiente amalgamare il tutto fino ad avere delle grosse briciole da inserire nella trafila.

Tagliate i maccheroni della lunghezza che preferite (ricordate, però, che cuocendo tendono a “crescere”) , disponeteli su un vassoio infarinato e dopo averli lasciati asciugare all’aria per qualche ora tuffateli in acqua salata per qualche minuto.

E poi, visto che non compro fiori recisi per le feste, a mia madre dedico questa.

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